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La costruzione delle “scòle vecchie”

[Storia delle Cese n.69]
di Roberto Cipollone

Dalle testimonianze locali si sa che, nel periodo immediatamente successivo al terremoto, le scuole elementari di Cese vennero provvisoriamente dislocate all’interno di alcune baracche fatte costruire nella zona prossima ajjo Burghitto e ajj’Arborito (vicino all’attuale cabina elettrica). Raccontava al riguardo Lidia Petracca: “Nel 1918 arrivarono i prigionieri e fecero diverse cose; costruirono anche tante baracche. La nostra stava dove abita Scafati [sotto la Madonnina]; dove sta Teresina invece c’era la scuola, un baraccone allestito appositamente”. Tra l’altro, proprio nel mese di agosto del 1918 l’ispettore scolastico scriveva al delegato civile di Avezzano chiedendo l’anticipo dell’inizio delle lezioni, in modo da poter chiudere l’anno scolastico entro il mese di giugno ed evitare così i tanti abbandoni dovuti alle incombenze dei lavori nei campi[1] (Documento). Negli stessi anni, gli abitanti di Cese dovettero anche richiedere il ripristino di una seconda scuola elementare (cioè un secondo ciclo relativo alle classi successive), esistente prima del terremoto e non riattivata dopo il 1915, anche a causa della morte del maestro Ferrari (Articolo). Il delegato scriveva a riguardo[2]: “La frazione Cese di questo Comune, prima del disastro tellurico del 13 gennaio 1915 aveva due scuole elementari con due insegnanti, sia in vista del numero eccessivo di alunni, sia per avere il corso completo fino alla 4a elementare. Morto il maestro titolare, si è provveduto con la sola insegnante superstite De Nicola Rosalia che ha avuto sempre un numero eccessivo di alunni eccedenti i settanta. E poiché la popolazione giustamente si fa a reclamare una sistemazione delle scuole, prego vivamente la S.V. Ill.ma di volere ripristinare nella frazione Cese, con la urgenza che il caso richiede, l’altra scuola, in modo che questa possa funzionare coll’imminente anno scolastico”. (Documento)

A quei tempi, dunque, le lezioni venivano svolte nelle baracche costruite subito dopo il terremoto e ci sarebbero voluti ancora diversi anni prima di vedere costruito l’edificio scolastico che oggi chiamiamo “scuole vecchie”. L’anno di costruzione di tale edificio non è attualmente identificabile in maniera esatta. Dai documenti ritrovati nell’archivio del Comune di Avezzano, tuttavia, si sa che la consegna definitiva dell’edificio è avvenuta il 10 ottobre 1927. Dall’esame di altri documenti di archivio si può dedurre che la costruzione risalga al 1923-1925.

A maggio del 1919, in una lettera inviata a Camillo Corradini, allora Consigliere di Stato, ci si riferiva soltanto ad un “edificio da costruirsi nella frazione Cese” e si richiedeva “l’ampliamento dell’edificio già progettato”. (Documento) A tale riguardo, è opportuno evidenziare che il progetto di costruzione dell’edificio scolastico di Cese muoveva da un importantissimo “Regio Decreto Legge” del 9 maggio 1915 (N.654) riguardante “Provvedimenti per la costruzione di edilizi scolastici nei comuni danneggiati dal terremoto del 13 gennaio 1915, e per l’assegnazione di una speciale indennità di disagiata residenza ai maestri dei Comuni medesimi”. I primi documenti, però, non chiariscono esplicitamente se al tempo si trattasse delle baracche provvisorie o dell’edificio in muratura. Nel regio decreto si legge infatti: “è autorizzata la costruzione di baracche provvisorie, padiglioni, edifici scolastici che saranno dati ai Comuni in uso e con l’obbligo della custodia e della manutenzione, secondo le norme vigenti per i locali destinati per l’istruzione elementare e popolare”.

A novembre del 1919 si riportava che “Il Genio Civile di Avezzano ha già presentato i relativi progetti per la costruzione degli edifici di Via Napoli, frazione Forcetta (sic), fraz. Cese, Rione Fucino ad uso delle scuole elementari…” e che “i primi quattro progetti sono stati regolarmente approvati da questo Ministero, ma non è stato possibile di autorizzare la esecuzione per mancanza di fondi. Solo per l’edificio della frazione Cese è stata concessa tale autorizzazione”. (Documento) Quindi a novembre 1919 il progetto relativo alla scuola elementare di Cese era stato già approvato e ne era stata autorizzata l’esecuzione.

Il 10 maggio del 1923 presso il Comune di Avezzano si procedeva ad un’estrazione per assegnare le aule e le abitazioni da destinare alle insegnanti della scuola elementare di Cese, che al tempo erano Rosalia De Nicola, vedova Ferrari, e Costantina Cosimati. Come è noto, infatti, agli insegnanti era al tempo riconosciuta anche la disponibilità di un’abitazione prossima o interna alla scuola. Nella prima parte del verbale relativo alla procedura di estrazione si legge: “Si premette che in seguito all’avvenuta consegna dell’edificio scolastico della frazione Cese, le due insegnanti di colà non hanno ancora occupate le aule con gli alunni né le rispettive abitazioni per ragioni di priorità sorte tra loro nella scelta delle aule stesse e delle relative abitazioni che del resto sono identiche come dimensioni e numero di vani[3]”. (Documento 1 e 2) Da tale verbale si può desumere che l’edificio scolastico fosse stato consegnato poco prima del mese di maggio del 1923.

Un altro documento di rilievo, nella ricostruzione della storia delle “scuole vecchie”, è la risposta del Ministero della Pubblica Istruzione al Ministero dell’Interno datata 21 agosto 1925. Vi si legge: “Il Comune di Avezzano ha largamente beneficiato del R.D.L. 9-5-1915 N.654, perché nel Capoluogo sono stati costruiti, a totale carico dello Stato, ben quattro edifici ad uso delle scuole elementari e cioè: Cese, Focetta, Via Napoli e Fucino”. (Documento) Questo dettaglio conferma che l’edificio scolastico all’epoca era già stato costruito grazie al regio decreto-legge citato.

L’unico documento che esplicita il riferimento alle cosiddette “scuole vecchie” è il verbale di consegna dello stabile, datato 10 ottobre 1927, nel quale si fa esplicito riferimento a opere in muratura. Il titolo del documento è “VERBALE DI CONSEGNA DEFINITVA DELL’UFFICIO SCOLASTICO A DUE AULE COSTRUITO DALLO STATO NEL COMUNE DI AVEZZANO, FRAZIONE CESE”. (Documento 1 e 2) Vi si legge:
L’anno millenovecentoventisette, iddì dieci del mese di Ottobre in Cese – Premesso che in base all’art. I del R.D. 9 maggio 1915 N° 654 ed alle perizie redatte in data 31 Luglio 1916, 27 Aprile 1919 approvate con Ministeriali in data 2 Dicembre 1916 e 8-11-1919 è stato costruito da questo Ufficio a totale carico del Ministero della Pubblica Istruzione nell’abitato suddetto l’edificio scolastico a due aule e abitazione insegnante, e che l’opera è già ultimata; che l’edificio è stato consegnato provvisoriamente al Comune suddetto:
Si sono riuniti in Cese i Signori:
1° Avv. Carmelo Sancetta rappresentante il Ministero della Pubblica Istruzione, giusta lettera Ministeriale in data ________ 2° Dott. Giovanni Caggietti rappresentante del Ministero delle Finanze (Provveditorato Generale dello Stato). 3° Comm. Avv. Cambise Orazio Podestà di Avezzano 4° Ing. Cav. Zander Giulio Ingegnere Dirigente del Genio Civile di Avezzano (Ufficio Speciale)
e ciò allo scopo di provvedere alla consegna definitiva che i due primi, in rappresentanza del Demanio dello Stato fanno al Podestà del Comune di Avezzano dell’edificio scolastico sopracitato; delle opere annesse e dell’arredamento relativo. Il fabbricato viene consegnato al Comune semplicemente in uso rimanendo tuttavia di proprietà del Demanio dello Stato; dovrà essere destinato ad uso perpetuo di scuola e sarà mantenuto a cura e spese del Comune. Lo Stato si riserva il diritto di revocare la concessione al Comune, senza necessità di preavviso, qualora il Comune stesso non soddisfi agli obblighi come sopra assunti, mettendolo a disposizione del Ministero dell’Istruzione. Le opere che si consegnano constano in: 1°) Un fabbricato di piani uno a due aule costruito in muratura di pietrame listata a mattoni, intelaiato in cemento armato, completo di tutte le opere di finimento. 2) Il terreno su cui sorge il fabbricato; 3) l’arredamento consiste in: 1) #58 banchi a due posti   2) #2 lavagne con cavalletti   3) #2 stufe in ferro. Il valore dello stabile è di L. 178.175,67 dicensi lire centosettantottomilacentosettantacinque e centesimi sessantasette e quello xxxxxxxx è di L. Il fabbricato sarà inserito nei registri della consistenza dei beni patrimoniali dello Stato disponibili ai numeri ________ che verranno stabiliti dall’Intendenza di Finanza di Aquila e al N° ________ che stabilirà l’Ufficio del Registro di Avezzano ed il Signor Comm. Avv. Orazio Cambise Podestà del Comune di Avezzano riceve nella sua qualità e nel nome del Comune stesso.
Per ché tutto ciò consti si è redatto il presente verbale in quadruplice originale da servire uno per il Ministero dell’Istruzione, uno per il Ministero delle Finanze uno per il Comune di Avezzano, ed uno per l’Ufficio.
Letto, confermato e sottoscritto
IL RAPPRESENTANTE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
IL RAPPRESENTANTE DEL MINISTERO DELLE FINANZE
IL PODESTÀ DEL COMUNE DI AVEZZANO
L’INGEGNERE DIRIGENTE DELL’UFFICIO DEL GENIO CIVILE DI AVEZZANO

Da questo documento si deduce che l’edificio scolastico che risultava consegnato a maggio 1923 era quello in muratura. Si può dunque affermare che la consegna provvisoria è stata effettuata nel 1923, mentre la consegna definitiva è del 1927.

A supporto di questa tesi si può portare un altro documento[4] databile negli anni tra il 1915 e il 1918 (periodo di servizio del Delegato speciale per Avezzano, Italo Pio), nel quale si legge (documento): “Per la frazione Cese (700 abitanti circa) si è riconosciuta la necessità di un edificio composto di un’aula (7 x 10) con annesso alloggio per la maestra (due stanze e cucinetta)[5]. Il cortile deve essere ampio in guisa da consentire l’eventuale ampliamento della scuola. L’area prescelta è quella denominata prato Di Fabio tra l’antico abitato ed il baraccamento Banfi. Nell’impossibilità di aver pronto per il prossimo anno scolastico i locali suddetti, si riconosce l’opportunità di adattare ad uso di scuole e di rivestire opportunamente le attuali baracche scuole, e quelle altre che a tale scopo potranno essere destinate. Fatto il presente verbale vien firmato dagli intervenuti.
Giovanni Di Giusto   Ing. P. Prezioso   Italo Pio
Arcangelo Ilvento     P. Buzzoni           Ing. U. Gentili
G. Canonica Ing.”

Da questo documento si può dedurre che il progetto dell’edificio scolastico di Cese ha sempre riguardato uno stabile in muratura, e che l’adattamento delle “baracche scuole” ha avuto solo carattere provvisorio. Nel documento, inoltre, si fa esplicito riferimento alla località “prato Di Fabio”, che coincide appunto con l’area delle “scuole vecchie”.

Una nota scritta a matita nell’elenco dei verbali di consegna delle diverse scuole di Avezzano diverge parzialmente dall’ipotesi di costruzione dell’edificio di Cese nel 1923 e posticipa la stessa al 1925. Infatti, accanto alla voce “10 Ottobre 1927. Verbale di consegna definitiva dell’edificio scolastico della frazione Cese”, oltre all’importo (“L. 178.175,67”) si legge “costruito nel 1925”. (Documento).
Tale nota contrasta apertamente con il verbale relativo all’estrazione delle aule datato 1923, nel quale veniva riportato che l’edificio scolastico era già stato consegnato in quell’anno. Una possibile spiegazione di compromesso potrebbe essere la seguente: probabilmente i lavori principali erano stati eseguiti nel 1923 o poco prima, in modo da rendere rapidamente disponibili, seppure in maniera provvisoria, le due aule e le abitazioni per le insegnanti; successivamente magari sono stati completati i lavori di costruzione (cortile/spazi comuni?), ultimati nel 1925. Nel 1927, infine, è avvenuta la consegna definitiva di un edificio che, a quasi un secolo di vita, mostra tutti i segni del tempo e chiede una dovuta attenzione.


[1] “Poiché nelle scuole rurali la maggior parte degli alunni abbandona la scuola nel mese di giugno per attendere ad urgenti faccende agricole, è opportuno che la chiusura del corso scolastico avvenga non oltre la fine di giugno, anticipando in corrispondenza la data di apertura”. Il 26 agosto 1918 il delegato avrebbe risposto: “Che si deliberi tale provvedimento per la scuola di Cese”
[2] Lettera inviata al Provveditore dell’Aquila, che avrebbe risposto: “Assicuro la S.V. che se dal numero delle iscrizioni e dalla frequenza degli alunni entro il primo mese dell’insegnamento, risulterà necessaria l’istituzione della seconda scuola nella frazione Cese, sarà sollecitamente provveduto”.
[3] Il verbale prosegue così: “A derimere la questione, che del resto gli insegnanti mai avrebbero dovuto sollevare, si stabilisce di estrarre a sorte il nome dell’insegnante che dovrà per prima scegliere l’aula e l’abitazione che intende occupare, con l’avvertenza che abitazione ed aula non dovranno essere contigue”. Seguono poi la verbalizzazione della procedura di estrazione e la nota del Sindaco Ercole Nardelli, che scrive tra l’altro: “Il Consigliere Marchionni (Palmerino) è incaricato dell’esecuzione del presente ordine”.
[4] “Provvedimenti per la riparazione, ricostruzione, e nuova costruzione degli edifici scolastici nei Comuni danneggiati dal terremoto del 13 gennaio 1915 compresi nell’elenco approvato con R.D. 5 Febbraio 1915 N°71 R° Decreto 6 Maggio 1915 N°654”.
[5] Come riportato, tale progetto iniziale sarebbe stato poi ampliato in modo da prevedere due aule e due abitazioni per gli insegnanti.


<Articolo originale redatto da Roberto Cipollone sulla base degli elementi d’archivio del Comune di Avezzano>


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