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La chiesetta di Santa Lucia

[Storia delle Cese n.41]
da Osvaldo Cipollone e Mario Di Domenico

Attualmente Cese ha tre chiese, ma in passato ne esisteva certamente una quarta, dedicata a Santa Lucia, che sorgeva all’inizio del paese giungendo da Cappelle, come scrive Osvaldo Cipollone in “Orme di un borgo”.

“A Cese, oltre alle tre chiese attuali, ne esisteva un’altra situata all’inizio del paese, venendo da Cappelle e precisamente al civico numero 12. Essa era intitolata Santa Lucia, da cui il nome della strada di quel tempo. Notizie tramandate dagli anziani la descrivono di modeste dimensioni e con una volta ad arco a tutto sesto. Qualcuno, tempo fa, sosteneva che fosse a due navate ma tale particolare non è suffragato da elementi probatori. Fino ad una trentina di anni fa esistevano ancora i suoi ruderi, effetto del terremoto che comunque ha cancellato forma e storia, e strano il fatto che non ci siano stati tentativi di ricostruzione, come avvenuto per edifici di analoga sorte”.

L’esistenza della chiesetta di Santa Lucia è testimoniata dalla relazione datata 2 settembre 1912 del parroco Don Antonio De Angelis (lo stesso che sarebbe purtroppo morto al terremoto, proprio durante la celebrazione della messa mattutina). Scriveva il sacerdote: “Nella parrocchia vi sono 3 chiese rurali che raramente vi si officia e non hanno arredi sacri propri: la chiesa di S. Maria delle Grazie (ne ha cura una donna); quella di S. Lucia e quella di S. Rocco che rimangono chiuse”. In una sorta di censimento del 1909 che riportava tutte le costruzioni e le porte d’ingresso che si affacciavano lungo le vie principali, viene inoltre citato il numero civico appartenente alla chiesa di Santa Lucia. “Sette numeri civici relativa alla Chiesa: 5 a quella principale, uno a S. Rocco (il 32) ed uno a Santa Lucia (il 12)”. Il fatto che al tempo il piccolo edificio di culto dedicato alla Santa rimanesse chiuso lascia pensare che già allora le condizioni dello stabile non fossero idonee ad ospitare celebrazioni religiose; probabilmente il terremoto del 1915 ha solo dato il “colpo di grazia” alla chiesuola.

In relazione al periodo di edificazione della stessa possono formularsi soltanto labili ipotesi. I riferimenti alla “contrada di Santa Lucia” sono piuttosto antichi. Risale al 9 giugno 1780, ad esempio, un atto di enfitèusi perpetua per un terreno “da invignare” in località Santa Lucia (“propriamente nel luogo di contrada di Santa Lucia”), accordato dalla Chiesa Canonica S. Maria a Melchiorre e Giuseppe Marchionni. Probabilmente la chiesetta è stata costruita nello stesso secolo, se non in quello successivo, se è vero che alla fine del 1600 la stessa non viene mai citata neanche all’interno delle relazioni dei Vescovi del tempo, nelle quali trovano invece spazio i riferimenti alla chiesa madre ed alle due chiesette di San Rocco e della Madonna delle Grazie. Come riporta Mario Di Domenico, nel 1671 il Vescovo Monsignor Didaco Petra svolse una visita pastorale di due giorni a Cese. Nel suo resoconto si legge in particolare: “Il giorno successivo (20 maggio 1671) […] terminata la Messa, visitai la chiesa di S. Rocco sul declivio del monte e poco distante dalla chiesa madre. In quel periodo era sospesa dai riti religiosi, a causa del suo cattivo stato di conservazione. Ordinari perciò ai Massari di Cese di farla comunque rispettare[1]. Nelle successive visite pastorali del Vescovo Corradini che arrivano fino al 1694 viene citata soltanto la chiesa di S. Maria delle Grazie “etiam terram”, ma non viene fatto mai cenno all’esistenza della chiesa di Santa Lucia.

Al di là della datazione, oggi il ricordo di quella chiesetta rivive nella pregevole cappellina, commissionata dal Comitato feste della classe 1964, edificata nel 2014 con l’avallo dei proprietari sul muro di cinta del civico di Via Pietro Marso 74. Un bel simbolo di affetto religioso ed umano alla storia di questa chiesetta.


[1] Archivio Diocesi dei Marsi, fondo B, busta n.3.



<Rielaborato da ricerche personali e da O.Cipollone, “Orme di un borgo” (2002) e M.Di Domenico, “Cese sui piani palentini” (1993)>


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