[Storia delle Cese n.42]
da Osvaldo e Roberto Cipollone
Anche Cese, nel suo piccolo, ha generato una propria “tregua di Natale”, il 24 dicembre del 1943, quasi trent’anni dopo la tregua più famosa del 1914 (all’inizio della prima guerra mondiale), raccontata magistralmente nel film del 2005 scritto e diretto da Christian Carion.
A Cese, alla vigilia di Natale del 1943, la messa veniva officiata nella chiesa provvisoria, dedicata a San Vincenzo Ferreri. La chiesa madre, infatti, era ancora in via di ricostruzione e sarebbe stata ultimata solo nel 1947. Ma in quella vigilia del 1943, durante l’importante rito liturgico celebrato ovviamente in latino, all’interno della navata affollata si ritrovarono, gli uni accanto agli altri, compaesani, sfollati, fuggiaschi italiani, prigionieri inglesi e soldati tedeschi. Nemici non per propria scelta, giovani obbligati ad una guerra che probabilmente nessuno voleva. Secondo i testimoni del tempo, in quella chiesa affollata “sembrava di vedere volti diversi di una grande famiglia allargata che partecipava, con religiosità più o meno consapevole, alla nascita del portatore di pace e fratellanza”. Personaggi di un presepe immaginario, uniti forse da un comune senso di speranza.
Il capitano Antonio Ricciardi, ospitato a Cese dalla famiglia di Nazareno Marchionni, ricordava così quel giorno particolare.
“A Natale ci riunimmo intorno al camino dove Nazareno aveva messo il “ciocco di Natale” e mangiammo le tagliatelle all’uovo, capolavoro di Maria. Andammo incontro al 944 in una magnifica notte stellata e dopo la cena uscimmo a passeggiare. Passammo vicino alla casa dove alloggiavano i Tedeschi, li sentimmo cantare “Parlami d’amore Mariù”, accompagnandosi con la fisarmonica”. Immagini di una normalità impossibile, faticata, ma cercata da entrambi i fronti e trovata, in qualche modo, in un piccolo paesello d’Abruzzo.
<Rielaborato da O. e R. Cipollone, “Padroni di niente” (2019)>
