Le mappe storiche e Le Chiese, Cesa, Cesi…

[Storia delle Cese n.62]
di Roberto Cipollone

La storia della cartografia ha radici profondissime; basti pensare che la più vecchia mappa proveniente dall’antichità classica, la cosiddetta “mappa di Soleto” (una supposta mappa geografica del Salento raffigurata su un vaso), viene datata al VI-V secolo a.C. e che le più antiche rappresentazioni cartografiche cinesi rimaste risalgono al IV secolo a.C. I Romani in seguito hanno reso sistematica l’attività di agrimensura (l’odierna topografia) ed hanno sviluppato le “carte itinerarie”. La cartografia si è poi sviluppata nel medioevo sia con i cosmografi cristiani che con le scuole cartografiche islamiche ed asiatiche, fino a giungere ai mappamondi quattrocenteschi ed alla cartografia scientifica del XVIII secolo.
Nelle cartografie romane si trova già traccia dei principali centri del nostro territorio. Ad esempio nella “Tabula Itineraria Peutingeriana”, il più antico documento da viaggio conosciuto dell’impero romano, sono riportati i nomi di Alba Fucens, Marruvium (l’attuale San Benedetto dei Marsi) e Cerfennia (l’attuale Collarmele). Qui di seguito sono invece elencate le principali carte storiche (fino al XIX secolo) nelle quali compare il nome di Cese (nelle sue diverse forme ed eventuali storpiature). Ovviamente la lista non può dirsi esaustiva, ma rappresenta una prima panoramica sul tema.

1581-1583 Danti
La prima rappresentazione nella quale è stato (finora) possibile rintracciare Cese è quella presente nella “Galleria delle carte geografiche” dei Palazzi Vaticani, posta lungo l’itinerario che conduce alla Cappella Sistina. Si tratta di una rappresentazione comprendente quaranta carte delle varie regioni d’Italia, ciascuna con le mappe delle principali città, realizzata dal geografo Ignazio Danti tra il 1581 e il 1583. Nella cartina dell’Abruzzo è rappresentato anche il nostro paese, sotto il nome errato di “Le Chiese”, una nomenclatura mai riscontrata altrove.

1587 Bonifacio
La seconda è una stampa del 1587 di Natale Bonifacio da Sebenìco, incisore di origine croata gravitante intorno alla corte dei papi Gregorio XIII e Sisto V. Cese appare qui in una posizione inesatta, prossima alla Villa ed a “Curcumello”, ma anche a Verrecchie. Particolare la forma usata per la lettera “s”.

1590 Ortelio
Notazioni analoghe compaiono anche nella carta pubblicata nel 1590 da Abramo Ortelio, cartografo e geografo fiammingo ricordato per aver pubblicato il primo atlante moderno. Anche qui Cese compare con Villa e Corcumello, in una posizione troppo vicina a “Verrecchio”.

1598 Hondius/Kaerius
La carta realizzata da Jodocus Hondius e Kaerius nel 1598 (ripresa da Lengenes prima e da Bertius poi) ha un valore del tutto particolare per il nostro paese. In questa mappa dell’Aprutium sono infatti segnalate pochissime località della Marsica ed è notevole che tra esse ci sia “Cesa”, assieme solo a Tagliacozzo ed a quella che sembra “Alba”.

1601-1615 Magini
Nella prima versione della carta dell’Abruzzo “Ulteriore” del Magini (antecedente alla versione successivamente pubblicata postuma dal figlio Fabio Magini), la posizione di Cese è corretta, vicino a “Scurcula”, “Capella” e “La Villa”. Da notare il fatto che sopra ad “Albi” sia segnato il luogo legato alla Battaglia dei Piani Palentini chiamato “La vittoria”.

1613 Cartaro-Stigliola
Una delle più accurate descrizioni del Regno di Napoli, voluta dal governo spagnolo, fu realizzata nel 1613 dal cartografo viterbese Mario Cartaro in collaborazione con Nicola Antonio Stigliola, erudito e scienziato di Nola. Gli autori viaggiarono per due mesi allo scopo di riconoscere la descrizione del Regno, non ricalcarono carte precedenti e fecero riferimento, oltre che alle proprie rilevazioni, anche a materiale manoscritto del governo napoletano. Accanto a ciascuna località è segnata una cifra corrispondente verosimilmente al numero di “fuochi”, che per Cese ammontano a 124. I nomi dei paesi sono spesso difformi, come nel caso di “Scorzola”, “Avezano” e “Corcumeglio”.

1628 Mercatore
Un’altra rappresentazione in cui è riportato anche il paese di Cese è quella di Gerardo Mercatore, matematico, astronomo e cartografo fiammingo, celebre per aver inventato un sistema di proiezione cartografica detta appunto “proiezione di Mercatore”. Nella carta del 1628, in particolare, viene rappresentata la cosiddetta “Terra di Lavoro”, una regione storico-geografica che è oggi suddivisa tra Campania, Lazio e Molise. La proiezione è totalmente divergente rispetto alle rappresentazioni a cui siamo abituati; il nostro paese, segnato come “Cesa”, è sì prossimo a “Vezzano”, ma abbastanza distante, ad esempio, da Capistrello. Anche in questa mappa si trova un riferimento a “Santa Maria della Victoria”.

1645 Janssonius
Risale invece al 1645 la carta realizzata da Johannes Janssonius, noto anche come Jan Jansson, cartografo, editore e incisore olandese. Nella mappa le notazioni relative al nostro territorio ricalcano quelle del Magini (“Scurcula”, “Capella”, “La Villa” etc.).

1649 Briet
“L’Abruzzo et Le Conte’ de Molisse” è una carta geografica dell’Abruzzo e del Molise tratta da “Parallela geographica Italiae veteris et novae”, opera dell’abate Philip Briet pubblicata a Parigi presso Sebastian Cramoisy nel 1649. Anche in questa mappa sono segnalate poche località della Marsica; tra di esse figura “Cesi”, accanto ad “Albi” ed a “Scurcula”, ma non figurano né Avezzano né Tagliacozzo.

1678 Febonio
Una carta della diocesi marsicana fu realizzata da Muzio Febonio, religioso e storico nato ad Avezzano, per la sua opera più importante, la “Historia Marsorum”, che vide la luce per volere del vescovo Petra nel 1678, quindici anni dopo la morte dell’autore. Nella carta sono presenti tutti i centri della diocesi contrassegnati da numeri, mentre i nomi sono riportati nella legenda. Cese è segnata al numero 14, tra Cappelle, “Curcumelu” e “Villa Curcumeli”. Nella lista dei fiumi, alla lettera P compare anche la “Rafea”.

1692-1734 Bulifon/de Silva
La carta del 1734 è disegnata ed incisa da Francesco Cassiano de Silva. Si tratta tuttavia di una seconda edizione derivante dalla prima, pubblicata nel 1692, a cura di Antonio Bulifon, e recuperata pochi decenni dopo da Luigi Bolifoni, nipote di Antonio. Figurano notazioni e posizioni analoghe alla mappa del Magini. Particolari i nomi di “S. Poleno” (San Pelino), e “Casanova” (Castelnuovo?).

1735 De Revillas/Sintes
È del 1735 una delle mappe più accurate del nostro territorio. Si tratta della carta corografica della diocesi dei Marsi dedicata al vescovo del tempo (Giuseppe Baronio), realizzata da Diego de Revillas ed incisa da Giovanni Battista Sintes. Nella carta vengono riportati, oltre a chiese e conventi isolati, anche alcuni dettagli relativi ai corsi d’acqua ed ai canali, come l’“Emissario per cui passa l’acqua dal Fiume Liri ai Campi Palentini” (tra Pagliara e Corcumello). Particolari i nomi di “S.M. di Pietracquaro”, “Villa Corcumello” (attuale Villa San Sebastiano”) e “Androgiano” (Antrosano).

1783 Rizzi Zannoni
Cese appare anche nella “Carta dell’Abruzzo Ulteriore e Citeriore tratta dalle Carte del signor Rizzi Zannoni” del 1783, riportata nel tomo 3° di “Atlante novissimo, illustrato ed accresciuto sulle osservazioni e scoperte fatte dai più celebri e più recenti geografi” (Venezia 1785). In questo caso la posizione di Cese sembra spostata più a nord-ovest, almeno nel nome.

1806 Rizzi Zannoni
Sempre sulla scorta delle carte Rizzi Zannoni, nel 1806 venne pubblicata una mappa molto accurata del territorio abruzzese. In essa, il nostro paese appare come “Le Cese” e figurano anche le chiese isolate di “S.Rocco” e de “Le Grazie”. Il Salviano appare come “M.S.Silvestro” con “Ma. di Pietraquara”.

1819 Piano di Albe, Colle Cesolino e Piano Palentino
Anche la carta relativa al “Piano di Albe, Colle Cesolino e Piano Palentino” (di paternità attualmente non individuata), del 1819, è una mappa molto dettagliata, nella quale si riconosce addirittura un’approssimativa configurazione delle abitazioni di Cese. Si notano inoltre una zona più boscosa, che dovrebbe corrispondere alla Selva della Madonna, ed una via di comunicazione diretta tra Cese ed Avezzano (derivata forse fantasiosamente dal sentiero montano).

1853 Carta topografica dell’Abruzzo Ulteriore II
Risale invece al 1853 la “Carta topografica dell’Abruzzo Ulteriore II”, una mappa descrittiva della divisione amministrativa e statistica conservata presso l’Archivio di Stato di Teramo. Nella stessa è riportato anche il numero di abitanti per singola frazione e comune; la popolazione di Cese in particolare risulta ammontare a 583 unità.

1856 Scheda
La carta realizzata da Joseph Scheda nel 1856 fa parte della “Karte Des Oesterreichischen Kaiserstaates” (Mappa dello Stato Imperiale Austriaco). L’area abruzzese è inserita nella tavola XVII, relativa all’Italia Centrale. Anche qui il Salviano appare come “M.S.Silvestro” e viene segnalato anche il “Rivo della Raffia”.

1858 Petri
Cese appare anche in una carta del 1858 relativa alla “Provincia ecclesiastica di Lanciano ed altre diocesi negli Abruzzi”, realizzata da Girolamo Petri per la Tipografia della Reverenda Camera Apostolica. Con riferimento alla Diocesi dei Marsi, il nostro paese compare assieme agli altri della zona riportati con i propri nomi attuali (con poche eccezioni come “Corcumella” e “Collelungo”). Si tratta di una delle ultime carte nelle quali compare il lago del Fucino; da notare anche il particolare rilievo dato a Pescina, al tempo sede vescovile.

1860 de Castro
Molto particolare è la piccola mappa riportata nel libro “Atlas de las batallas” di Mariano Perez de Castro (1860). Si tratta della mappa relativa a quella che viene riportata come la “Bataille de Scurcola” (Battaglia dei Piani palentini, 1268), nella quale compaiono i diversi schieramenti con le rispettive posizioni in campo. Non figurano notazioni particolari su Cese, il cui nome appare in ogni caso nella parte bassa della carta.

1875 Lombardini
Parallelamente alla realizzazione delle opere di prosciugamento del Lago Fucino, ultimato solo nel 1878, vennero realizzati diversi studi tecnici, tra cui i “Cenni riassuntivi dei progetti e delle opere intraprese pel prosciugamento e definitivo bonificamento del Lago Fucino e considerazioni su queste ultime” dell’Ingegnere Elia Lombardini. All’interno del documento è presente anche una carta dettagliata, nella quale Cese figura assieme ad alcune notazioni locali come “S.Maria di Pietracquara” e “Santa Maria delle Grazie”. È segnalato anche il “Torrente Rafia”, così come alcune zone della campagna verso Capistrello.

1875 Istituto Geografico Militare
Uno dei più importanti riferimenti cartografici moderni è certamente la “Carta d’Italia”, il cui progetto, varato a seguito dell’unità territoriale italiana del 1870, durò dal 1875 al 1903. La carta nella quale è inserito il territorio di Cese è il foglio 145 – Avezzano. È di fatto la mappa maggiormente dettagliata dell’area e riporta sia i nomi delle principali località della campagna, sia i diversi valori di altitudine sul livello del mare. Il nostro paese appare come “Le Cese”.

1876 Reclus
Negli stessi anni anche gli autori stranieri s’interessarono molto al nuovo assetto territoriale determinato dal prosciugamento del lago. In particolare, nel 1876, quando i lavori non era ancora ultimati, venne pubblicata la “Nouvelle géographie universelle” di Élisée Reclus, al cui interno trova spazio anche una piccola carta della Marsica con i “Terrains desseches” e i nosti “Campi palentini” con tutti i paesi.

<Articolo originale le basato sulle fonti cartografiche citate>

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