[Storia delle Cese n.61]
da Osvaldo Cipollone
Sebbene modificata nel tempo, la ricorrenza legata alla festa di Santa Elisabetta resta fra le poche consuetudini che resistono tra le tradizioni religiose locali. Sull’origine di tale culto e sul legame tra la “visitazione della Beata Vergine” e la chiesetta della Madonna delle Grazie non si hanno notizie certe. È noto tuttavia che la chiesetta, considerata “il piccolo santuario di Cese”, in passato era meta di pellegrinaggio anche da parte di devoti provenienti da altre zone. In particolare, i fedeli di Alvito giungevano in pellegrinaggio a Cese due volte l’anno, in segno di ringraziamento per esser stati preservati dalla peste per grazia della Madonna. Nell’occasione, i pellegrini visitavano entrambe le chiese parrocchiali dedicate alla Vergine: quella principale e la cappella fuori le mura. Qui deponevano ex-voto e ceri portati a piedi dalla loro terra. Prima di far ritorno a casa chiedevano, fra le altre grazie, la possibilità di tornare nuovamente negli anni successivi, e lo facevano adornando le pareti della chiesuola con le proprie offerte.
Come noto, la festa in onore di Sant’Elisabetta prevedeva (e prevede ancora) la processione con lo stendardo della “Visitazione di Maria Santissima” verso la chiesa della Madonna delle Grazie per rievocare il fatidico incontro di Maria con la cugina Elisabetta. In relazione all’assegnazione dello stendardo, si sa che originariamente potevano partecipare all’estrazione ad essa legata soltanto le “vergini”, cioè donne nubili (verosimilmente illibate). Accanto alla “vergine” che portava l’immagine procedevano altre due ragazze che originariamente sostenevano i nastri pendenti dall’asta; tale consuetudine nel tempo è stata leggermente modificata, per cui le altre due ragazze estratte potevano portare lunghi ceri o composizioni floreali. Prima della solennità veniva addobbato un altarino in cui era collocato lo stendardo da custodire per tutto l’arco dell’anno. Una nuova estrazione, in seguito, avrebbe determinato la ragazza deputata a ripetere quel rituale. Attualmente la ricorrenza si celebra nella prima o nella seconda domenica di luglio e l’estrazione è aperta a tutte le ragazze e le donne. Negli ultimi anni si è inoltre introdotta la consuetudine di una piacevole colazione offerta dal Comitato Feste al termine della celebrazione religiosa.
<Rielaborato da O.Cipollone, “Un’eco di note e di passi” (2010) e “Le feste patronali di ieri e di oggi” (2013)>










